E’ l’ora di Facebook in azienda

E’ l’ora di Facebook in azienda

 

Chiariamo subito un concetto: “Workplace by Facebook” (così è stato subito ribattezzato “Facebook At Work”) non è uno strumento per utilizzare Facebook sul luogo di lavoro. E’ un social network pensato per il lavoro. L’idea è di utilizzare la struttura del social network più diffuso a livello personale per fini lavorativi e professionali: sarà così possibile scambiare media, documenti, opinioni e interagire con colleghi, anche utilizzando semplici “Mi piace”.

Workplace funziona proprio come Facebook solo che, al posto della rete degli amici, si ha a disposizione la rete dei colleghi; e la possibilità (in taluni casi) di integrarlo all’interno degli altri software aziendali. Naturalmente, numerose sono le funzioni che consentono il monitoraggio e la valutazione dei risultati: ad esempio, c’è una dashboard che mostra tutta una serie di statistiche sull’attività svolta con la piattaforma, in modo da valutare, giorno per giorno, lo stato di utilizzo del software e quindi della partecipazione aziendale.

Se l’azienda usa Workplace, ciascun dipendente o collaboratore può creare l'account cliccando sul link presente nell’e-mail ricevuta dopo che il datore di lavoro (legale rappresentante) ha provveduto alla registrazione. L’applicazione è disponibile sia per pc sia per dispositivo mobile. Il tutto ovviamente non è pubblico, ma si svolge all’interno del firewall aziendale, garantendo la privacy e la sicurezza delle comunicazioni.

E qui veniamo ad alcune problematiche che sicuramente saranno oggetto di approfondimenti. Da un lato, infatti, c’è il rischio che importanti informazioni aziendali online possano essere hackerate; dall’altro, c’è il nodo della privacy dei dipendenti, e della nascita di una possibile nuova forma di controllo aziendale.

Il servizio sarà a pagamento con tariffe variabili e decrescenti per grandi quantità di account, in funzione del numero di utenti attivi nel mese (e non del numero di utenti attivati).

Concludendo, se Workplace sembra apparentemente puntare il social professionale per eccellenza, Linkedin, lo scopo è in realtà ben diverso e la sfida è lanciata alle piattaforme Slack e Microsoft Yammer.