Ci sarà una crescita?

Ci sarà una crescita?

 

La situazione è difficile. Tanto difficile.

I cavalli di battaglia del Governo (superamento della Legge Fornero, riduzione delle tasse per le partite I.V.A., reddito di cittadinanza, ndr) appaiono soluzioni oggi difficilmente realizzabili o, quantomeno, poco efficaci nell’attuale formulazione.

Lo Stato sembra, concretamente, lontano dai bisogni dei cittadini.

Ma piangere non serve o serve a poco. Come sempre: “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare”. Servono calma e lucidità, fermezza nei principi, capacità di sacrificio e…tanta determinazione e organizzazione da parte di ognuno di noi.

In un articolo pubblicato su “Business People” di novembre 2018, Guido Carella, Presidente di Manageritalia, si sofferma sul reddito di cittadinanza e in generale sui provvedimenti volti a dare un reddito alle fasce deboli, quale obiettivo sicuramente lodevole nelle intenzioni tuttavia meno nelle modalità.

Se si pensa che esso possa essere uno strumento per incentivare la domanda e stimolare la crescita, la strada verso la ripresa potrebbe essere più complicata di quanto già appare.

Personalmente, condivido l’articolo e sono contrario alle “collette”. Deve ovviamente essere prioritaria, in uno stato presente ed efficiente, una politica di aiuto alle fasce deboli, così come di assistenza sanitaria, di riduzione della disoccupazione, di riqualificazione dei lavoratori, ecc…: ma solo la creazione di solide basi economico-sociali consentirà di raggiungere questi obiettivi.

Se vogliamo aiutare le fasce deboli a raggiungere standard di vita decorosi, dobbiamo fornir loro strumenti concreti affinché possano raggiungerli e mantenerli con le proprie capacità, educandoli a fare ciò.

Questo aiuterà conseguentemente la crescita.

Il Governo deve parlare di ricerca, di export, di incentivi selettivi, di infrastrutture e di un sistema fiscale equo quali basi e motori di sviluppo diffuso e sostenibile nel tempo.